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Esiste una legge per salvarsi dai debiti. Ecco come funziona

15 luglio 2020

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Esiste una legge per salvarsi dai debiti. È la Legge 3/2012 istituita per il sovraindebitamento. La legge poco conosciuta ma ancora in vigore, è detta anche ‘Salva Suicidi”. Una misura che permette a cittadini e piccoli imprenditori, come artigiani e commercianti, di ridurre i propri debiti in caso di difficoltà economiche.

 

Legge salva debiti

In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, a causa della crisi provocata dal coronavirus, in cui si è ipotizzato un condono tombale, è importante sapere cosa prevede la legge n. 3 del 2012 sul sovraindebitamento. La legge è stata approvata nel 2012 sotto il Governo Monti. Si rivolge in particolare a piccoli imprenditori e a cittadini che non hanno i requisiti per essere soggetti fallimentari, con debiti che non riescono più a pagare. Chi vuole fare ricorso a questa legge, deve rivolgersi agli Occ, organismi di composizione della crisi per sovraindebitamento e proporre un accordo ai creditori. Si tratta di una ristrutturazione dei debiti. Il tutto sarà presentato sulla base di un piano atto a garantire il regolare pagamento verso i creditori.

 

Perché si accumulano debiti

Piccoli imprenditori, artigiani o commercianti, ma anche privati cittadini rischiano l’indebitamento in seguito ad eventi eccezionali o particolari situazioni di crisi economica. Si crea per loro una condizione di grave difficoltà tanto da non riuscire più a pagare i propri debiti. La legge salva suicidi è una via d’uscita, pensata proprio per rispondere a queste situazioni di reale difficoltà economica, ovvero di sovraindebitamento. Nella maggior parte dei casi, le pendenze sono con le banche o con Equitalia, nonostante la possibilità di aderire alla rottamazione delle cartelle o richiedere rateizzazioni.

 

Cosa sono gli OCC per il sovraindebitamento

Il Ministero della Giustizia indica sul territorio nazionale degli specifici organismi di composizione della crisi, gli OCC. Sono organizzazioni costituite presso enti pubblici e tribunali (o camere di commercio) che seguono tutta la lunga procedura prevista dalla Legge 3/2012. Dalla presentazione dell’istanza all’elenco della documentazione richiesta per preparare il piano di estinzione del debito. Tali organismi sono iscritti in un registro del Ministero della Giustizia e il ricorso alle loro competenze è fondamentale: la proposta di accordo deve essere redatta in modo dettagliato e professionale. I documenti, una volta presentati e volti ad attestare la fattibilità del piano di estinzione del debito verso i creditori, verranno poi trasmessi al giudice. Compito dell’OCC, infine, sarà quello della pubblicità della proposta e dell’accordo, oltre a gestire le comunicazioni disposte dal giudice nell’ambito del procedimento.

 

Come avviene il procedimento della legge salva suicidi

Dopo essersi affidato a uno degli organismi di composizione della crisi, il debitore segue la procedura di esdebitazione: depositare la proposta di accordo in tribunale, far pervenire l’elenco di tutti i creditori (riportando le somme dovute a ognuno) e dei beni e degli eventuali atti di disposizione compiuti negli ultimi cinque anni (allegando dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni), oltre all’attestazione della fattibilità del piano. Inoltre, va presentato l’elenco delle spese correnti necessarie al mantenimento suo e della sua famiglia. Nel caso il debitore abbia un’attività, esso deve depositare anche le scritture contabili degli ultimi tre esercizi dell’azienda.

 

Obiettivo: ristrutturare i debiti

L’obiettivo del procedimento di esdebitazione è quello di riuscire a saldare il debito con un piano di ristrutturazione. Nel momento in cui il debitore abbia risorse sufficienti a coprire la fattibilità del progetto, la proposta deve essere sottoscritta da garanti che diano il via all’attuabilità dell’accordo. Perché l’accordo di ristrutturazione del debito sia stipulato, è necessario che almeno il 60% dei crediti sia incluso. 

 

L’ultima parola spetta al giudice

Quando il giudice approverà la regolarità della proposta, questo fissa con decreto l’udienza e dispone che, per un periodo massimo di centoventi giorni, i creditori non possano cominciare o proseguire azioni esecutive individuali né disporre sequestri conservativi o acquistare diritti di prelazione sul patrimonio del debitore. Contro il decreto, i creditori che ritengono di essere lesi possono proporre reclamo al tribunale. Una volta completati tutti i passaggi, il giudice omologa l’accordo e ne dispone l’immediata pubblicazione.

Fonte: www.ildigitale.it