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REGOLAZIONE DEL MERCATO

Assediati dai debiti

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Crisi da eccesso di debiti, sono già una decina le domande depositate a gennaio e febbraio del 2021 da consumatori e imprenditori in difficoltà di Varese e provincia presso l’Organismo di gestione delle crisi da sovraindebitamento della Camera Arbitrale di Milano.

Perché proprio a Milano? Perché la Camera Arbitrale del capoluogo regionale è la società interamente partecipata dalla Camera di Commercio della metropoli lombarda alla quale si appoggia, tra le altre, anche la Camera di Commercio di Varese per la “gestione” della mediazione e degli arbitrati.

L’anno scorso tra Busto Arsizio (18) e Varese (15) erano state presentate in totale 33 domande al servizio di gestione della crisi di sovraindebitamento. Quest’anno c’è stata un’impennata: siamo già a un terzo delle domande. Premesso che intercorrono poco più di 300 giorni in media dalla domanda di gestione del debito fino alla conclusione della pratica, e cioè al deposito del piano o dell’accordo al Tribunale civile perché sia omologato dal giudice, ecco un paio di casi recenti.

 

Il caso del consumatore

A presentare la domanda un lavoratore dipendente del territorio di Varese che ha visto ridursi lo stipendio per una decisione obbligata del datore di lavoro. Questa situazione di sopraggiunta difficoltà economica si è andata a inserire in un contesto di indebitamento già esistente e che è diventato insostenibile, dovuto al mutuo della casa, alla cessione del quinto dello stipendio, a tre prestiti con banche e società di credito al consumo. A fronte della grave situazione debitoria, il consumatore ha presentato una proposta che è consistita nel pagare il 100% del mutuo e il 40% degli altri debiti. Il gestore della crisi, una figura professionale qualificata che è solita intervenite in queste situazioni, ha verificato che il piano di rientro fosse il massimo sforzo sostenibile dalla persona indebitata, utile a tutelare la famiglia e a soddisfare quanto più possibile i creditori.

 

Il caso dell’imprenditore

Una ditta individuale si presenta all’Organismo di gestione della crisi della Camera arbitrale con un debito verso diversi creditori: un fornitore, l’agenzia della riscossione, l’Inps, Inail e una banca. Il debitore fa ricorso motivato dalla sua esigenza di affrontare l’indebitamento in modo di poter continuare l’attività imprenditoriale, peraltro fonte del suo reddito. L’imprenditore ha optato per la procedura della liquidazione del patrimonio proponendo per un periodo di quattro anni di estinguere quanto più possibile i debiti, trattenendo per sé e la famiglia quanto necessario. Per uscire dall’impasse, metterà a disposizione il totale del reddito, salvo quanto necessario al sostentamento familiare, e venderà i suoi beni mobili e immobili.

 

Opportunità per ristrutturarsi

«È molto importante sottolineare come il servizio di gestione delle crisi da sovraindebitamento offra delle opportunità alle imprese, in quanto rappresenta l’occasione per ristrutturarsi e continuare la propria attività economica», ha dichiarato Carlo Giordano, coordinatore dell’Organismo per la gestione delle crisi da sovraindebitamento della Camera Arbitrale di Milano protagonista domani di un webinar sull’argomento.

«È quindi decisiva la tempestività nel cogliere i primi segnali di sofferenza, affinché il servizio esplichi la sua utilità sociale ed economica, soprattutto in periodi di particolare crisi come quello che stiamo vivendo».

Fonte: www.prealpina.it

Data di pubblicazione 17/03/2021 10:13
Data di aggiornamento 17/03/2021 10:20